Stati Uniti e Unione europea di fronte alla crisi

Il Vertice del Gruppo dei 20 di Toronto ha ribadito le diverse posizioni tra l'amministrazione americana e l'Unione europea sulla crisi e i suoi possibili sviluppi. Queste differenze investono diversi aspetti: la nuova regolazione finanziaria, il rapporto fra i piani di austerità diretti ad abbattere i deficit di bilancio, i rischi di deflazione e la disoccupazione. Pur orientate diversamente, entrambe le politiche, statunitensi ed europee, si mostrano inadeguate rispetto alle conseguenze economiche e sociali della crisi. In questo quadro, Insight considera importante sviluppare il confronto fra gli orientamenti politici americani ed europei.

La finanza. Relativamente alla controversa regolazione delle banche conviene ricordare che una delle prime misure varate da Franklin Roosevelt, nella primavera del 1933, fu il fondamentale Glass-Steagall Act, diretto a separare le banche di investimento da quelle commerciali. Ora dopo un lungo dibattito il Congresso degli Stati Uniti ha approvato il Dodd-Frank bill. Does it go towards effective changes that can prevent new crises? I giudizi sono controversi.
Si tratta di misure in grado di impedire nuove crisi?

La BCE. Nell’ultimo bollettino della BCE (giugno 2010) si sostiene che le misure finanziarie dirette al riequilibrio dei bilanci pubblici sono all’origine di una minore crescita e di disagio sociale a breve e medio termine, ma al tempo stesso una condizione necessaria per ricreare le condizioni di una crescita sostenuta e stabile a lungo termine. A sostegno di questa tesi si portano le esperienze di paesi come l‘Irlanda, la Finlandia, l’Olanda. La tesi della BCE è peraltro condivisa dalla Commissione europea. Quale valutazione si può darne?

Barack Obama. La politica dell’amministrazione Obama è indirizzata al sostegno della ripresa. Ma le opinioni sono divise. Da un lato, vi è chi considera un errore la sottovalutazione del disavanzo destinato a prolungarsi nel tempo e a generare un debito crescente anche a causa delle difficoltà di finanziamento di entitlements come la Social Security e la Sanità. Altri criticano, al contrario, la debolezza dell’intervento pubblico, tenendo conto de livello di disoccupazione. 

L'euro. La crisi in alcuni paesi dell’eurozona ha aperto un dibattito di fondo sul destino dell’euro. Per alcuni commentato rivi sono differenze strutturali all’interno dell’area che, sull’onda della crisi, porteranno inevitabilmente alla divisione fra un’area dell’euro (forte) intorno alla Germania e l’uscita dall’eurozona degli altri paesi. Secondo un’altra tesi, la disintegrazione dell’euro non è all’orizzonte perché nessun paese vi è interessato o e in grado di assumersene a responsabilità politica. Intanto, l’Unione si orienta verso il rafforzamento dei criteri di Maastricht e una governance basata sul controllo preventivo dei bilanci degli stati membri. Ma questo implica  un  nuovo trasferimento di sovranità dai Parlamenti degli stati membri verso un’autorità economica “federale”. E’ realistico immaginare un nuovo trasferimento di pezzi di sovranità nazionale verso le autorità centrali dell’’Unione?

Insight   ha raccolto alcuni articoli ecommenti sui diversi aspetti del dibattito in corso in America e in Europa, con particolare riferimento alle contraddiioni fra le pesanti politiche fiscali restrittive e i probelmi della crescita, dell'occupazione e delle conseguenze sulle condizioni di lavoro. In queste analisi s'inquadrano le incerte prospettive. Altri contributi analizzano in particolare il caso spagnolo. 
Quelli che seguono sono i primi articoli, commenti e papers raccolti su quest aspetti della crisi da Insight :

Insight