Il lupo di oggi e le tigri di domani
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Il deficit di bilancio può essere un grosso problema, ma è lo squilibrio esterno che potrebbe portare alla dissoluzione dell’UEM se forte azione correttiva non è presa al più presto E 'triste e sorprendente che, tra il diluvio di commenti e lettere alla Grecia sui giornali europei delle ultime settimane, nessuno abbia colto il punto cruciale della crisi. La maggior parte dei commentatori trattano i problemi interni della Grecia e degli altri membri meridionali dell'Unione Monetaria Europea (EMU) come se fossero totalmente estranei al commercio estero all'interno e all'esterno dell'UEM. Ma anche i pochi che mettono in luce gli enormi squilibri commerciali interni all’UEM e il loro contributo alla creazione di un’insostenibile situazione fiscale non hanno fornito la base per un giudizio corretto sugli errori e i loro responsabili. Il deficit di bilancio può essere un grosso problema, ma è lo squilibrio esterno che potrebbe portare alla dissoluzione dell’UEM se forte azione correttiva non è presa al più presto. Fino a quando i principali colpevoli sono in grado di nascondersi dietro la inconsistente mainstream teoria della flessibilità dei mercati del lavoro, una forte azione politica non è alle viste. Ciò porta all’argomento finale di difesa della posizione tedesca, vale a dire che l'elevata disoccupazione giustificava e ancora giustifica il dumping salariale. Sbagliato di nuovo, la disoccupazione in Germania è diminuita ma è ancora alta come in altri paesi poiché il gap della domanda interna ha compensato l’espansione di quella esterna. Inoltre, i paesi che cercano di comprimere per ragioni interne i salari non dovrebbero aderire a un’unione monetaria, se non possono, o non intendono, convincere tutti gli altri a fare lo stesso. Peggio ancora, la Germania ha accettato di entrare in un unione monetaria con un obiettivo di inflazione prossimo al 2 per cento e non fino al 2 per cento (close to 2 per cent and not up to 2 per cent). Dato questo obiettivo e l'alta correlazione tra costi unitari del lavoro e l'inflazione, è stata una chiara violazione del comune obiettivo d’inflazione dell’UEM da parte del governo tedesco di esercitare un'enorme pressione sulle trattative salariali, all’origine di una crescita del costo unitario del lavoro vicino allo zero. I funzionari greci si sbagliano, se ritengono che ci sarà una soluzione greca all'interno dell’UEM e senza una recessione. Se la Germania continua in una politica restrittiva, e tutto fa ritenere che continui, la Grecia avrà bisogno di tagliare i salari ben oltre il settore pubblico di cui oggi si discute. Il risultato sarà la deflazione e la depressione per l'Europa nel suo insieme, senza una fenice che risorge dalle ceneri fino a quando la correzione della sopravvalutazione attraverso la svalutazione sarà impossibile. Ma non è solo una tragedia greca. Se l'Europa non troverà un accordo per un'azione concertata con le decisioni esplicite sulle linee di adeguamento dei salari per molti anni, anzi per decenni, per riequilibrare il suo commercio, tutti i cosiddetti paesi PIIGS, di cui sopra, dovranno prendere in considerazione la fuoruscita dall’UEM. Nessun paese al mondo può sopravvivere economicamente, con tutte le sue imprese, di fronte a enormi svantaggi comparativi nei confronti del loro più importante partner commerciale. (Traduzione a cura della redazione di Insight) * L'autore è direttore della divisione su Globalizzazione e Sviluppo Strategie a UNCTAD, Ginevra, ed è stato vice ministro delle finanze di Germania all'inizio della UEM. (www.networkingideas.org Heiner Flassbeck
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