La disputa sull'energia

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E' venuto il momento di ripensare il ruolo del gas naturale, il combustibile pressoché inesauribile, in grado di garantire un ordinato passaggio ai possibili sistemi energetici del futuro.

Quando il livello della polluzione atmosferica a livello mondiale venne direttamente all'attenzione di tutti, la soluzione sembrò essere semplice: produrre elettricità dal vento o dal calore del sole, due sistemi che possono produrre elettricità senza inquinare.  Una certa disponibilità di denaro pubblico c'era e i nuovi imprenditori ecologici ne approfittarono e ottennero dallo Stato un buon appoggio.

Ma i nuovi impianti funzionano con delle forti limitazioni: quelli, solari funzionano solo durante il giorno e quelli eolici solo se c'è vento. L'energia elettrica prodotta quando la domanda è bassa dovrebbe essere conservata per usarla quando ce ne sia bisogno, ma conservare l'elettricità non è facile ed è molto costoso. In quell'epoca, qualche anno fa, il prezzo del petrolio era alto e i nuovi impianti, costruiti con parecchio denaro dello Stato, erano di fatto competitivi.

Dopo qualche anno però, la caduta del prezzo del petrolio creò una situazione complessa, che provocò risposte differenti. Le compagnie petrolifere cominciarono a ridurre non soltanto gli investimenti minerari, ma anche quelli nella raffinazione e distribuzione.  I consumatori sarebbero stati ben contenti di pagare meno la benzina e l'elettricità, ma le loro aspettative furono ben presto deluse.

Lo Stato, nelle sue varie espressioni, ha aumentato il suo prelievo, così che esso sale al 67 % sulla benzina e al 62 % sul gasolio; non solo, ma il prezzo cambia tutti i giorni. Fra i consumatori industriali di petrolio, quelli che cercarono di trovare il mix ottimale di fonti energetiche, che hanno cominciato con molte speranze, sono anch'essi rimasti parecchio delusi dello scarso aumento della domanda di prodotti petroliferi. Così, i soli ad avvantaggiarsi del prezzo basso del petrolio sono stati gli investitori nelle fonti "rinnovabili". Sull'altro versante, i venditori di greggio non hanno ancora definito una strategia stabile, con la sola eccezione dei Sauditi, che seguono il loro motto " tieni il controllo del mercato del greggio".

Di fatto, lo sforzo di ridurre la polluzione in Europa non ha raggiunto gli obiettivi che erano stati promessi, e il continuo uso della Germania del suo carbone e lignite non permette di raggiungere gli obiettivi stabiliti. Il prezzo basso del petrolio ha ridotto e in qualche caso cancellato delle posizioni di privilegio. Sembra difficile oggi basare l'intera struttura energetica in Europa sulle "rinnovabili ", impianti per la produzione di elettricità che sono già non competitivi, dato il prezzo del petrolio. Vi è stato in Europa un eccessivo interesse all'elettricità, quando una gran parte dell'energia viene da macchine e impianti non elettrici.

Oggi sarebbe proprio il momento di pensare in termini di gas naturale, il combustibile con un minimo di effetto sull'ambiente, se paragonato agli altri combustibili, e quindi lo strumento migliore per organizzare un passaggio ordinato ai futuri sistemi energetici. In Europa, la questione è aperta e la discissione è generale. Ogni paese ha la sua struttura di domanda e di offerta, e non c'è una ricetta generale che sia applicabile a tutti i membri, anche se vi sono strutture condivise da tutti, come la rete delle condotte di gas naturale. 

L'Europa ha già un grande sistema di gas, grande come quello dell'elettricità. La rete del gas muove grandi volumi di gas prodotto in Europa, importato dalla Russia e dall'Africa e dei volumi che vengono dal mare, un sistema di trasporto che sta diventando più veloce e meno caro.  Dato che il gas naturale produce il livello minimo di fumi rispetto agli altri combustibili, una buona decisione sarebbe quella di cominciare con la miglior fonte di energia, il gas naturale, e muovere fino al punto futuro in cui tutti i combustibili, gas incluso, non sarebbero più necessari.

La sostituzione fin dall'inizio degli altri combustibili con il gas naturale sarebbe importante per le automobili. Il gas nelle auto costa meno della benzina e del gasolio, e l'auto a gas ha una polluzione vicina a zero. Una campagna generale dovrebbe essere lanciata per convertire le auto al gas, che dovrebbero essere le sole accette nelle città. La rete europea delle condotte di gas è comparabile a quella dell'elettricità, ma ha un grande vantaggio perché l'elettricità non si può efficacemente conservare, mentre il gas può essere immesso dei giacimenti di gas che sono usati come depositi sotterranei e permettono la normale operazione di "stoccare" gas durante l'estate per usarlo nell'inverno. La possibilità di utilizzare le vecchie strutture riduce il costo di tutta l'operazione.

Naturalmente, l'Europa deve definire ex novo una strategia con i produttori di gas. Nuovi accordi dovrebbero definire non solo i prezzi, ma anche la garanzia dell'approvvigionamento a lungo termine. Questo legame non rischia di divenire troppo stretto, dato che approvvigionamenti possono venire dagli USA che ne hanno un surplus e dalle nuove scoperte nel continente africano, il cui gas, originariamente destinato per il mercato cinese, potrebbe benissimo venire in Europa, e lo stesso dicasi del gas americano.  Il costo di trasporto via mare può essere ridotto dagli sviluppi tecnologici, che già oggi sembrano imminenti.  In Italia ciò vorrebbe dire una nuova campagna di esplorazione, specie in Adriatico sul quale vi sono forti possibilità di nuovi giacimenti. . L'Italia dovrebbe sviluppare rapidamente tutte le possibili nuove risorse di gas sia quelle ancora esistenti nella penisola, sia quelle in mare, per cui non mancano certo le più avanzate tecnologie .

Marcello Colitti

Economist. He was President of Enichem. His last book is "Etica e politica di Baruch Spinoza". Member of the Editorial Board of Insight