Una nuova politica petrolifera francese?
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Un Rapporto del governo francese analizza la volatilità del prezzo del petrolio e propone la definizione di una nuova strategia europea basata su una più forte cooperazione con i paesi del Sud Nell’epoca in cui l’OPEC controllava il prezzo del petrolio, gli esperti Occidentali protestavano violentemente. L’OPEC alla fine si ritirò, accettando che il prezzo del petrolio venisse deciso dal mercato dei futuri. Ne è derivata una forte volatilità. Il prezzo si muove non soltanto in funzione dei cambiamenti nell’equilibrio fra la domanda e l’offerta di petrolio, ma anche , e in misura molto maggiore, per i cambiamenti nel rapporto fra offerta e domanda di capitale di rischio. Non molto tempo fa la speculazione ha portato il prezzo del greggio a 100 dollari al barile, , ma coloro che se ne lamentarono, si resero presto conto che stavano accusando addirittura uno degli aspetti di base dell’economia capitalista , cioè la speculazione finanziaria, e le proteste durarono poco.
Tuttavia, il problema è stato considerato abbastanza importante da essere studiato in dettaglio, fra gli altri, dal governo Francese, che ha pubblicato in febbraio un ricco e completo documento , in titolato “Report du Group de Travail sul la volatilité du Prix di Petrole , sous la presidente de Jean Marie Chevalier” .Un documento preparato a livello ministeriale, quasi senza contatti con le compagnie petrolifere e senza consultare l’OPEC; le sue conclusioni sono state scritte avendo ben presente la politica estera della Francia.
Il Rapporto dice chiaramente che la volatilità del prezzo del petrolio viene da una “interazione complessa” fra fattori fisici e finanziari; e dice anche che le riforme proposte fino ad ora per ridurre questi ultimi sono difficili da applicare e sono chiaramente rifiutate dal mondo finanziario. Vi è quindi, permanente, il rischio di una seconda crisi. Lo studio conclude con tre raccomandazioni: un maggior dialogo fra produttori e consumatori; delle regole più precise per i mercati “fisici” e per quelli finanziari ; la definizione di una efficiente strategia petrolifera europea.
Lo studio dice inoltre che, date le difficoltà della situazione presente, in cui abbiamo bisogno di produrre piu’ energia per i paesi più poveri , ma anche di ridurre le emissioni nell’atmosfera , la Francia dovrebbe lanciare una nuova “diplomazia petrolifera”, con l’obiettivo immediato di pubblicare dei dati più comprensibili attraverso la creazione di una più grande e più efficiente banca dati ; e di stimolare le iniziative internazionali del Foro Internazionale dell’ Energia ( un organismo che fino ad ora non sembra aver giustificato pienamente la sua esistenza).
A livello europeo, lo studio propone di preparare degli “Scenari Petroliferi Europei”; di seguire con più attenzione il funzionamento del mercato finanziario; di promuovere l’armonizzazione fra i paesi delle imposte sui prodotti petroliferi e, in generale, una maggior coesione fra i vari paesi europei. Infine, lo studio raccomanda una maggior cooperazione fra l’Europa e i paesi del sud che tendono anch’essi di ridurre sia la loro dipendenza dal petrolio , sia i danni prodotti della volatilità del prezzo. Queste conclusioni non sembrano davvero nuove, ma è la prima volta che , negli anni recenti, un governo europeo tenta di definire una strategia su di un tema tanto delicato, e sceglie di farlo pubblicando uno studio così prestigioso.
Marcello Colitti
Economist. He was President of Enichem. His last book is "Etica e politica di Baruch Spinoza". Member of the Editorial Board of Insight |