Un nuovo governo di destra nella crisi dell’eurozona
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La politica europea del nuovo governo italiano di destra resta incerta. L'unica certezza è che il proseguimento della politica seguita in passato non può che aggravare la crisi. L'alleanza di destra assumerà la guida del governo italiano entro la fine di ottobre con Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, al vertice. La candidata alla premiership si è mossa finora con preoccupazione. Deve governare un paese che va verso la stagnazione economica. Mentre l’inflazione imperversa, la disoccupazione e le difficoltà del Mezzogiorno sono in aumento. E non è un caso che proprio nel Mezzogiorno le “Cinque Stelle” abbiano riportato un imprevisto notevole successo. Il passato non dà garanzie. Nell'ultimo decennio alla guida del Paese si sono succeduti sette governi, e nessuno in grado di durare per l'intera legislatura. Sono caduti i governi dei partiti che avevano vinto le elezioni con oltre il 30 per cento dei voti, come è successo prima alle 5 Stelle e dopo, nelle elezioni europee, alla Lega. Quale linea sceglierà la nuova coalizione di destra - Fratelli d'Italia di Meloni, Lega di Salvini e Forza Italia di Berlusconi - di fronte alla crisi? Il programma della destra Il tradizionale programma di destra non offre alcuna soluzione. Sarà inutile prendere posizione contro l'immigrazione, se non per testimoniare una posizione che ignora i problemi disastrosi dei migranti. Gli emigranti dalla Nigeria o dal Ghana per citare a titolo di esempio due paesi caratterizzati da una condizione economica e sociale insostenibile, continueranno a tentare il passaggio attraverso il Sahara e poi la Libia, diventando preda delle bande criminali che li privano delle poche risorse che hanno conservato. Non accoglierli - e, eventualmente, cercare di facilitare il loro passaggio in altri paesi europei? Per rimandarli indietro - dove? Il programma dei partiti di destra annuncia, tra l'altro, vari (e bizzarri) provvedimenti come la riduzione delle tasse per i più ricchi. In altre parole, ridurre le entrate pubbliche mentre il reddito nazionale tende ad azzerarsi e le entrate totali diminuiscono automaticamente. Si dirà che il governo proporrà di attuare il programma diluendolo nel corso della legislatura, se le circostanze lo permetteranno, ma, più realisticamente, sarà necessario abbandonarlo.Non si tratta solo della difficoltà di un programma di destra. Il nuovo governo si troverà nel mezzo del conflitto con la Russia. Fratelli d’Italia ha già scelto la sua rotta schierandosi con gli Stati Uniti. La scelta non è casuale. Il consenso americano è una garanzia per un governo guidato dall'estrema destra che non ha precedenti nella storia italiana del dopoguerra. La garanzia americana è una condizione essenziale. Meloni l'ha sapientemente coltivata schierandosi chiaramente dalla parte americana nel conflitto in corso in Ucraina. I problemi restano irrisolti e tendono a d aggravarsi. Gli Stati Uniti sono poco o per niente interessati alla crisi economica e sociale che si abbatte sui paesi europei, soggetti a un aumento senza precedenti dei prezzi che interessa non solo i derivati del petrolio ma l'intero sistema industriale. La crescita zero è un problema per qualsiasi governo. Ma nel caso dell’Italia, vittima nell'ultimo decennio della recessione intervallata da fasi di modesta crescita, il governo di destra dovrà affrontare una condizione aggravata dalla crisi energetica per le famiglie e per la produzione industriale. La soluzione tedesca La crisi obbliga alla ricerca di rimedi. La Germania ha deciso di investire 200 miliardi di euro per aiutare imprese e famiglie: un provvedimento importante per compensare l'aumento del prezzo del carburante, sostenere le famiglie favorendo la ripresa dei consumi, insieme agli investimenti e all’export, chiave di volta del reddito nazionale. Misure che vanno in direzione opposta alla linea della Commissione Europea che vede nell'esempio tedesco un modello in contrasto con la linea di austerità dell'Unione europea che impone il controllo e, tendenzialmente, la riduzione della spesa pubblica. L'opposizione è motivata dal fatto che la manovra non è stata presentata alla Commissione e dal timore che l'esempio possa essere replicato in altri paesi e, in particolare, in Italia, il terzo maggiore paese dell'Eurozona. Nell'ultimo decennio i governi di centrosinistra hanno seguito le regole europee con il risultato di alternare fasi di bassa crescita a fasi recessive, il cui risultato è stata la contrazione del reddito nazionale, attualmente inferiore a quello registrato nel 2007, quindici anni fa! In sostanza, il nuovo governo di destra si trova nell'alternativa di attenersi alle regole imposte da Bruxelles o di violarle con un aumento della spesa pubblica tendente a sostenere la crescita nazionale - necessariamente destinata ad aumentare il debito pubblico. In altri termini, può assumere una linea più o meno simile a quella tedesca per evitare il crollo dei consumi e il crollo degli investimenti. Ma, in questo caso, la nuova coalizione di destra non sfugge al conflitto con Bruxelles. Vi sono molte ragioni per cui l'Italia dovrebbe seguire la linea tedesca in contrasto con la politica della Commissione Europea. Sarebbe una scelta ragionevole. Ma resta incerta la direzione che il nuovo governo prenderà per questo aspetto fondamentale. L'unica certezza è che il proseguimento della politica seguita in passato nel rispetto delle regole europee non può che aggravare la crisi. L’alternativa è tra lo scontro con la politica di Bruxelles e la continuazione delle politiche fallimentari dell'ultimo decennio. Il futuro resta pericolosamente incerto. Antonio Lettieri
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