Tra cacicchi e lader (inesitenti)Da tempo le dirette parlamentari offrono agl’inermi cittadini penosi spettacoli del progressivo scadimento della politica, non solo nazionale. Il conflitto sulle scelte del Governo e della sua maggioranza, criticate più o meno aspramente dall’opposizione, fa parte della normale dialettica democratica. Quando però il fisiologico confronto parlamentare sfocia in una guerriglia continua, fatta d’insulti reciproci, c’è da preoccuparsi seriamente. Visto che financo il continuo appello del Presidente Mattarella al corretto dialogo tra maggioranza e opposizione resta purtroppo lettera morta. Logicamente, da un confronto pieno d’improperi, non potranno scaturire decisioni sagge ed equilibrate nell’autentico interesse generale. Il Governo disconosce per principio che anche dall’opposizione possono venire proposte assennate. S’assiste invece a discussioni accese ma senza costrutto; anche perché la destra segue coi paraocchi il suo programma di Governo, convinto che coincida senz’altro coll’interesse dell’intera Nazione. Dimentica di stare al potere grazie anzitutto all’enorme massa di astensioni. S’è visto anche mercoledì scorso nell’informativa del Governo al Parlamento. Dove – nella paradossale assenza della Meloni, giustamente stigmatizzata dall’opposizione – i Ministri Nordio e Piantedosi hanno tentato di dimostrare – non certo all’unisono e arrampicandosi sulle ragnatele tra segreti e bugie – la correttezza del comportamento del Governo nel “pasticcio Almasri”. Del quale Nordio ha incolpato non solo i Magistrati romani ma persino quelli della Corte Penale Internazionale, peraltro disconosciuta ufficialmente dal Governo italiano, allineatosi a Trump e ai sodali sovranisti. Poiché sul caso del torturatore libico – incaricato di bloccare, con le pratiche più bestiali, gl’immigrati desiderosi d’imbarcarsi per l’Italia e raggiungere l’Europa – s’è già detto abbastanza, non resta che attirare l’attenzione sull’intervento, nel dibattito parlamentare, del deputato Donzelli di Fratelli d’Italia. Che, saltando di palo in frasca, è riuscito a tirare in ballo la brutta vicenda di Michele Salvati, tesoriere del Partito Democratico in Campania – subito espulso dal partito – “presunto” responsabile d’aver agevolato l’immigrazione clandestina facendosi pagare. Non è la prima volta che Donzelli arriva ad accusare il Partito Democratico d’essere addirittura in combutta con la criminalità organizzata. Ha dimenticato il Donzelli quanti “presunti” responsabili di vari reati appartengono al suo partito. Specialmente Del Mastro e Santanché, illustri esponenti di Fratelli d’Italia, che fanno parte del Governo e non pensano nemmeno lontanamente di dimettersi. Fortunatamente per loro a destra sono tutti “garantisti”, ma solo per i propri adepti. Vale la pena ricordare al Donzelli la frase evangelica di Cristo per sottrarre l’adultera alla lapidazione secondo la legge ebraica e decisa da quanti, infuriati, l’avevano colta in fragrante adulterio: “chi è senza peccato scagli la prima pietra”. La frase servì ad allontanare, uno alla volta, i lapidatori grazie al loro rapido esame di coscienza. La frase è celebre, citata spesso per segnalare che in tutti gli esseri umani bene e male convivono con diversità di dosaggio. Ovviamente Cristo non intese rendere lecito l’adulterio bensì soltanto ricordare ai lapidatori che nella vita nessuno può autoproclamarsi migliore degli altri. Perciò il loquace Donzelli, che sicuro di sé crede di stare in piedi, stia attento a non cadere. Certamente tutti i partiti, di sinistra e di destra, sebbene in lunga perdurante crisi, dovrebbero fare pulizia al loro interno ben prima di lasciare l’ingrato compito alla Magistratura. Sia pure tardivamente, il PD ha inviato in Campania il tesoriere nazionale a verificare i conti. E a tenere una riunione della direzione provinciale: che – secondo Simona Brandolini (Corriere del Mezzogiorno, venerdì scorso) – con tutta probabilità s’è trasformata in “una seduta di autocoscienza collettiva”. Chissà se basterà, perché – come notato dal Direttore D’Errico (rispondendo ieri alla lettera sul nostro giornale) – il PD in Campania se la passa davvero male: con troppi cacicchi e nessun leader. Tanto da tornare a chiedersi: dal disastro verso l’ignoto? Da " Corriere del Mezzogiorno", Febbraio 2025 Mario Rusciano
Professore Emerito di Diritto del lavoro, Università di Napoli Federico II. |