Le conseguenze globali dell'aggressione contro l'Ucraina

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Il tentativo europeo di negoziare e  il suo fallimento. L'aggressione russa non può essere giustificata. Ma la politica europea dominata da Washington non è riuscita a garantire posizioni ragionevoli per l'indipendenza dell'Ucraina

La guerra è sempre il peggiore di tutti gli eventi possibili. Implica distruzione e perdita di vite umane. Ciò che accade in Ucraina ne è ancora una tragica testimonianza. Le responsabilità della Russia come paese che ha mobilitato mezzi militari illimitati nell'aggressione contro un paese che può resistere ma destinato a perdere è fuori discussione. L'aggressione russa era prevedibile. Centocinquantamila soldati non sono ammassati ai confini di un paese vicino senza aver previsto e pianificato l'invasione.

Resta la domanda, tuttavia, se l'aggressione fosse evitabile. L'intelligence americana non solo aveva previsto l'attacco, ma aveva indicato il giorno. Non una guerra improvvisa e inaspettata. La domanda che è sorta e che ora appartiene solo agli storici è se l'aggressione prevista avrebbe potuto essere evitata.

In effetti, il tragico pomo della contesa era chiaro, poiché era l'inclusione dell'Ucraina nella NATO. Se ne parlava da oltre un decennio. In altri casi, l'ingresso nella NATO è avvenuto più o meno naturalmente, stabilendo condizioni e tempi. Trenta paesi fanno parte della NATO, la maggior parte dei quali appartiene all'Europa.

L'obiettivo era quello di stabilire un'alleanza politica e militare che dissuadesse qualsiasi tentativo di aggressione contro un paese membro dell'alleanza. Ma è stata anche l'occasione per schierare l'alleanza, o parte di essa, in una guerra lontana dall'Europa, come è successo in Afghanistan, Iraq, Siria e, inizialmente, in Nord Africa. In ogni caso l'adesione alla NATO non era obbligatoria e, infatti, un certo numero di paesi europei non ne fa parte come nel caso di Norvegia, Svezia e Finlandia, per citare i paesi scandinavi.

Era necessario in questo contesto prevedere l'associazione dell'Ucraina con la NATO? I suoi confini sono a poche centinaia di chilometri dalle principali città russe e a soli settecento chilometri da Mosca, un volo aereo di meno di un'ora. Ai confini della Russia è stato stabilito un cordone sanitario teoricamente invaticabile.  L'opposizione di Mosca era prevedibile.

L'interesse dei paesi europei era, invece, dubbio se non inesistente, poiché i paesi dell'Europa occidentale intrattengono importanti relazioni commerciali con la Russia, vi fanno investimenti significativi, dipendono da essa per petrolio e gas, una riserva decisiva per una parte importante dell’Europa occidentale. In ogni caso, era chiaro che la Russia considerava l'ingresso dell'Ucraina nella NATO come una minaccia intollerabile ai suoi confini.

In queste circostanze, una negoziazione non è solo utile ma necessaria. E, infatti, le trattative erano iniziate. Questo era il senso dei viaggi di Macron e Scholz a Mosca per incontrare Putin. Ma nonostante i due paesi, a cui va aggiunta l'Italia, i cui rapporti economici e politici con la Russia risalgono a un periodo lontano, fossero interessati a una trattativa, la vera soluzione era spostata su Washington.

Per i maggiori paesi europei - Germania e Francia - la dichiarazione di ingresso del governo ucraino nella NATO non poteva essere impedita, ma restava lontana da una possibilità di realizzazione. L'ammissione richiede infatti l'unanimità dei 30 paesi aderenti alla Nato, e la posizione di Francia e Germania, a cui si aggiunge la Turchia, ha reso sostanzialmente impraticabile l'adesione dell'Ucraina. Questo era ovviamente il senso dei colloqui tra i leader francese e tedesco con Putin a Mosca. Ma la posizione di Washington è stata decisiva per la Russia. E, per il governo degli Stati Uniti, l'Ucraina aveva il diritto, come qualsiasi altro paese, di richiedere l'adesione alla NATO.

Una posizione politicamente astratta dato che l'adesione alla NATO, per sua stessa natura, modifica automaticamente le relazioni politiche e militari che attualmente regolano gli equilibri internazionali. La questione ricorda l'opposizione di Kennedy all'inizio degli anni '70 all'introduzione di una base nucleare russa a Cuba e il tacito accordo con Krusciov sul ritiro della minaccia. Così come oggi è fuori questione che Washington considererebbe l'inclusione del Messico in un'alleanza politico-militare sotto lo scettro della Russia un caso di guerra.

Per valutare la posizione americana è necessario considerarla in un contesto globale che includa le relazioni con i paesi asiatici della costa del Pacifico. In questa vasta area, la Cina è un problema che spinge gli Stati Uniti a stringere relazioni con Giappone e Corea del Sud. Più in generale, va considerata l'alleanza per i sottomarini a propulsione nucleare con la Gran Bretagna e l'Australia. E l'obiettivo di sviluppare strette relazioni con l'India al fine di creare un possibile cordone sanitario intorno alla Cina.

In termini più o meno analoghi, sul lato orientale dell'Alleanza Atlantica, l'America cerca di isolare la Russia, con l'introduzione dell'Ucraina nella NATO, in un arco di controllo politico e militare che si estenderebbe dal Mare del Nord. dove si affacciano i paesi baltici, al Mar Nero.

Le ragioni del dissenso con la Russia erano ovvie. L'unica soluzione ragionevole era porre l'Ucraina in una posizione di neutralità estranea alla NATO e fuori dalla sfera del controllo russo. Si può osservare che l'Ucraina stessa è un paese complesso con popolazioni di origini diverse e diverse lingue predominanti. Ma questo è un tema che risale alla storia del Paese e la cui soluzione è stata, come accade in altre regioni come in Belgio tra i fiamminghi e i valloni, quella di consentire la costituzione di un'unità nazionale all'interno delle regioni che mantengono una proprio autonomia amministrativa.

D'altra parte, le differenze etniche e linguistiche sono state e rimangono una caratteristica indelebile dell'Ucraina, a prescindere da un governo unitario e democraticamente eletto. La storia non può essere cancellata. L'Ucraina settentrionale è fondamentalmente di lingua russa. (Krusciov stesso è nato in Ucraina e ha assegnato la Crimea all'Ucraina).

Alla fine, l'Europa è caduta in una trappola. Con la Russia che invade l'Ucraina e i paesi dell'Europa occidentale costretti a rompere con la Russia, ciò che non è nei suoi interessi economici e geopolitici. Questo è il quadro che emerge dalla guerra, di cui l'Ucraina paga tragicamente le conseguenze politiche e umane.

Ma questo è solo un capitolo della storia europea. Il problema del rapporto con la Russia si riaprirà inevitabilmente. Germania e Francia appartengono a una storia che ha incluso la Russia nel quadro europeo sin dalla fondazione di San Pietroburgo. D'altra parte, la diversa posizione politica a livello globale non annulla gli interessi comuni. Nel suo stesso interesse, la Russia non può isolarsi in un'alleanza con un carattere asiatico prevalente in cui la potenza iconica dominante è la Cina.

L'Europa occidentale rimane un'area di relazioni economiche e commerciali essenziali per la Russia. E, al di là dei diversi orizzonti ideologici e politici, un'area di interessi comuni. Una condizione che in entrambi i sensi, di conflitto e di collaborazione, è stata un esempio costante e significativo durante gli anni della cancelliera Angela Merkel.

Ma la storia non si ferma qui. La Germania è una potenza economica mondiale che tende ad aggirare le differenze politiche e ideologiche, come nei rapporti con la Cina. E la Germania, come il resto dell'Europa occidentale, ha bisogno del gas russo e dell'apertura del secondo gasdotto per garantire l'approvvigionamento del suo sistema industriale. Proprio come ne hanno bisogno la Francia e l'Italia..

L'aggressione russa non può essere giustificata. Ma la politica europea dominata da Washington non è riuscita a garantire posizioni ragionevoli per l'indipendenza dell'Ucraina, in un quadro di autonomie regionali. La Russia sta per creare nuovi sbocchi sul Mar Nero. Biden dirà di aver imposto dure sanzioni alla Russia per difendere la sua posizione, ma gli effetti sono dubbi e aiuteranno a intrsificare le relazioni tra Russia e Cina.

Gli storici avranno il compito di tracciare gli errori che hanno portato a questi risultati sconcertanti a livello europeo e mondiale.

Antonio Lettieri

Editor of Insight and President of CISS - Center for International Social Studies (Roma). He was National Secretary of CGIL; Member of ILO Governing Body and Advisor for European policy of Labour Minister. (a.lettieri@insightweb.it)