Impariamo dagli errori
Sottotitolo:
La macchina amministrativa di Napoli è il primo immenso problema, trascurato dal sindaco uscente De Magistris. Ora sì che Napoli volerà verso l’agognata meta di città libera e aperta, pulita e accogliente: con sevizi perfetti, decoro d’antica capitale, verde lussureggiante dei suoi rigogliosi giardini. Ora che il Sindaco – dopo dieci anni, oltre dieci rimpasti e non so quanti licenziamenti di assessori e collaboratori – ha individuato una nuova squadra (la più giovane d’Italia: tiene a dire con orgoglio!). Finalmente l’assetto di cui Napoli sentiva pressante necessità per rinascere. Peccato che tra pochi mesi scadrà il mandato di De Magistris e i nuovi assessori non avranno il tempo di dimostrare competenza e capacità di migliorare ancor più le straordinarie performance dei numerosi predecessori. Ma perché continuare a parlare di De Magistris sapendone l’inutilità? Sapendo cioè che come sempre non ascolta e non risponde e comunque governerà Napoli ancora per poco? Per due ragioni. La prima è di risparmiare alla bellissima Calabria – che molti napoletani amano e frequentano – un governo che potrebbe peggiorarne la condizione già molto critica. Checché ne dica Mimmo Lucano, persona tanto lodevole per l’opera compiuta nella sua piccola comunità quanto inconsapevole sia delle difficoltà di gestire comunità grandi e problematiche sia delle reali doti di De Magistris, eccellente comunicatore ma inadatto a governare un territorio vasto e complesso. Forse Mimmo Lucano ne auspica ora l’elezione a Presidente della Calabria per saldare un debito di gratitudine verso di lui. Che a suo tempo (e con risonanza mediatica) gli aprì le porte di Napoli dopo l’ingiusto esilio da Riace ordinatogli dalla magistratura. La seconda ragione riguarda noi napoletani. già non è facile e occorre tempo per creare la necessaria sintonia tra gli anelli della catena di comando; figuriamoci quale confusione comporta il cambio frequente delle persone per la continuità organizzativa indispensabile a costruire e attuare obiettivi di qualche impegno. Da un lato è impossibile che assessori improvvisati (troppo giovani, magari volenterosi, ma senza esperienza) siano in grado di fare progetti a lungo termine e individuare obiettivi raggiungibili con le risorse disponibili; da un altro lato è impossibile che dirigenti e funzionari siano davvero motivati ad attuare direttive mutevoli per obiettivi insensati in quanto manifesti politici di corto respiro. E così alla fine il Sindaco uscente va ringraziato perché – senza volerlo – ha contribuito alla formazione del Sindaco entrante suggerendogli implicitamente di non prenderlo a esempio da imitare! Mario Rusciano
Professore Emerito di Diritto del lavoro, Università di Napoli Federico II. Insight - Free thinking for global social progress
Free thinking for global social progress |