Il ruolo periferico dell'Europa in un mondo in transizione

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La guerra in corso coinvolge non solo l'Ucraina ma, più o meno direttamente, larga parte del sistema globale.

 Predire il futuro nelle questioni politiche è sempre stato rischioso. Lo è particolarmente in un contesto caratterizzato dalla guerra. Quella che inizialmente sembrava riguardare i confini dell’Ucraina con la Russia  oggi diventa uno scontro che coinvolge una larga parte del sistema globale.

A alla fine del2021, sembrava che tutto volgesse in direzione di muovi rapporti di collaborazione in Europa. Non a caso, Angela Merkel, alla vigilia del suo ritiro dopo 16 anni di cancellierato, aveva stabilito importanti rapporti di collaborazione con la Russia. Nell’incontro a Mosca del mese di settembre era stata definita l’apertura del secondo gasdotto che avrebbe fornito gas russo alla Germania e ad altri paesi europei.

Tra il ritiro di Angela Merkel a dicembre del 2021 e l’apertura del conflitto passarono meno di due mesi. Gli storici che approfonderanno il tema sapranno darci migliori spiegazioni per un cambiamento, per molti versi imprevedibile, In grado di mutare radicalmente lo scenario internazionale.

In un paese con storia e lingue diverse come l’Ucraina la soluzione appropriata era sembrata, fino allo scoppio del conflitto nell’inverno nel 2014, un’articolazione regionale. Non sarebbe stata una novità. Belgio e Spagna hanno una configurazione regionale e lingue diverse. In Belgio sono parlate Il vallone e il fiammingo; in Spagna. a fianco del casigliano, dieci milioni di cittadini parlano lol catalano. Si poteva riconoscere in Ucraina la legittimità della lingua russa nelle regioni dove il russo è la lingua storicamente e popolarmente prevalente. Ma oggi è inutile ritornare su ciò che poteva essere fatto e non è stato fatto.

Le alleanze

La guerra in corso coinvolge non solo l’Ucraina, ma, più o meno direttamente, grande parte dell’assetto globale.  Il gas russo che doveva scorrere verso l’Europa ha trovato nuovi sbocchi in Cina e in India. Se, da una parte, vediamo la Russia alleata della Cina, dall’altra si distingue l’alleanza che comprende i paesi più sviluppati dell’emisfero settentrionale: Stati Uniti, Canada, Gippone e, in Europa, Regno Unito, Germania, Francia e Italia L’Australia, a sua volta, è parte di una nuova alleanza triangolare con Stati Uniti e Regno Unito, gli impegnati nella costruzione di sottomarini a trazione nucleare. In sostanza, nello schieramento che fiancheggia l’Ucraina vediamo i maggiori paesi del capitalismo mondiale.

Nell’emisfero meridionale si sono formate altre alleanze, in parte imprevedibili. È il caso dell’accordo triangolare tra Cina, Arabia Saudita e Iran. Un accordo che ha generato sconcerto a Washington, essendo l’Arabia Saudita il principale alleato degli Stati Uniti nel Medio Oriente.

Non è l’unico rovesciamento delle alleanze. Dopo oltre dieci anni di rottura dei rapporti. il ministro degli esteri dell’Arabia Saudita ha visitato Damasco inaugurando una nuova fase di collaborazione col governo di Bashar al Assad che, a sua volta, ha stretti rapporti con la Russia. La Siria è così rientrata nella Lega araba che comprende, fra gli altri, gli Emirati Arabi Uniti, l’Iraq, l’Egitto, l’Algeria e il Marocco. In sostanza, un riassetto politico del Medio Oriente guidato dall’Arabia Saudita i cui rapporti si estendono dalla Cina alle soglie dell’Europa.

Il ruolo del Brasile

La riconfigurazione dei rapporti politici in Asia non è l’unica novità. Il presidente del Brasile, Lula da Siva, si è recato in Cina dopo essere stato a Washington dove ha incontrato il presidente Biden.

Nell’incontro con Xi Jinping a Pechino Lula ha ribadito la posizione di neutralità del Brasile rispetto al conflitto in Ucraina ribadendo la volontà di operare a favore di una mediazione in grado di risolvere il problema dei confini, riconoscendo al tempo stesso la storica appartenenza della Crimea alla Russia.

Altri aspetti dell’incontro hanno investito l’intero arco di rapporti internazionali. Per il Brasile è necessario superare il dominio del dollaro negli scambi internazionali e nel campo delle riserve valutarie - dominio attualmente garantito dal ruolo del Fondo Monetario internazionale. Una critica del dominio monetario americano non è priva di autorevoli precedenti. I premi Nobel Joseph Stiglitz e Amartya Sen hanno considerato l’imposizione del dollaro negli scambi internazionali come una misura a vantaggio degli Stati Uniti e a danno dei paesi in via di sviluppo sottoposti alle oscillazioni della valuta americana.

Nell’incontro di Pechino Cina e Brasile hanno riaffermato la decisione di utilizzare nei rapporti commerciali le rispettive valute nazionali, Yuan e Real, in sostituzione del dollaro. In questa prospettiva la Nuova Banca di Sviluppo, formata dai cinque paesi appartenenti ai Brics - Brasile, Russia, Cina, India e Sudafrica – deve diventare uno strumento per sottrarsi alla tela di ragno del dollaro. E, non a caso, nell’incontro di Pechino è stata decisa la designazione di Vilma Rousseff, già due volte presidente del Brasile, a capo della Nuova Banca di Sviluppo. Al la quale hanno chiesto di aderire paesi di diversi continenti e di diversa colorazione politica con l’obiettivo di formare un sistema monetario policentrico in alternativa al dominio del dollaro e del FMI.

L’Europa divisa

La definizione di nuovi assetti economici internazionali ha trovato una sponda importante quanto imprevista in Europa. Emmanuel Macron, nel viaggio a Pechino del mese di aprile ha innanzitutto discusso col presidente Xi Jinping il conflitto in Ucraina.  Com’era prevedibile, la Cina ha ribadito la sua posizione a favore di un confronto diretto fra Russa e Ucraina in grado di individuare una soluzione. Ma l’aspetto più importante dell’incontro fra XI e Macron - assistito da circa 50 rappresentanti del sistema economico e imprenditoriale francese – è stata la riconferma e l’ampliamento dei rapporti economici e commerciali fra i due paesi.

Non è stato, tuttavia, l’unico aspetto rilevante del viaggio. Ha, Infatti, generato allarme negli stati Uniti e nell’Unione europea la posizione di Macron su Taiwan, quando ha affermato che la questione deve essere affrontata e risolta mediante rapporti diretti fra Cina e Stati, Uniti. “Non possiamo – ha sostenuto - essere coinvolti in crisi che è non ci appartengono” - essere alleati non deve significare essere “vassalli”. Una posizione non estranea alla tradizione francese. Charles de Gaulle, al quale Macron ama richiamarsi, era convinto che con la fine della guerra fredda  l’Europa avrebbe potuto assumere un ruolo globale estendendo la rete dei rapporti politici “dall’Atlantico agli rali”.

Sulla base delle posizioni attuali, lo scontro con la Russia potrebbe avere una durata e conseguenze difficilmente prevedibili in Europa e nel mondo. Le sanzioni che fanno parte del conflitto colpiscono gli strati più fragili delle popolazioni.   “Negli ultimi anni – scrive Francisco Rodriguez, professore di Affari internazionali dell'Università di Denver – le sanzioni…. strumento di politica estera preferito dai paesi occidentali per trattare con attori internazionali ostili… sono tipicamente seguite da cali della spesa per la sanità pubblica, istruzione e assistenza … le prove dimostrano che, se costretti a tagliare le spese, le conseguenze si riflettono a danno della popolazione più vulnerabile” (Financial Times, 5 maggio 2023).

Il caso più evidente delle conseguenze del conflitto è proprio la Germania, la più importante economia europea, soggetta a un'inaspettata recessione neltrimestri. Secondo gli istituti di previsione tedeschi, il 2023 si chiuderà con una crescita dello 0,4%, sorprendentemente inferiore a quella prevista dal FMI per la Russia dello 0.7 per cento. Un ribaltamento delle previsioni che assegnavano alla Russia una profonda recessione.

Il Financial Times offre un'inconsueta sintesi degli effetti e della guerra nei paesi occidentali. “I margini di profitto delle società statunitensi – scrive – hanno raggiunto il loro livello più alto dall'indomani della seconda guerra mondiale nel 2022-…Secondo una ricerca della banca francese Natixis, le imprese dell'Eurozona hanno registrato negli ultimi due anni la più grande espansione della loro redditività dopo la crisi finanziaria del 2008” (“Central banks warn business over price gouging”, 31 marzo 2023).

Lo scontro con la Russia può avere una durata difficile da prevedere. Gli Stati Uniti si sono ritirati prima dal Vietnam e infine dall’ Afghanistan dopo due guerre durate per un tempo compreso fra dieci e venti anni. Ora la novità sta nel fatto che la guerra coinvolge le maggiori potenze a livello global e le conseguenze sono difficilmente prevedibili.

 È difficile e improprio profetizzare il futuro. Ma i cambiamenti in corso hanno già mutato lo scenario globale. Le relazioni economiche e politiche internazionali hanno il loro centro sulle sponde del Pacifico dove si affacciano, da un lato, gli Stati Uniti, dall’altro. la Cina alleata della Russia. L’Europa si è confinata in una posizione periferica. Ha rinunciato alla possibilità di svolgere un proprio ruolo, prendendo parte a un conflitto che non ha precedenti nella storia del secondo dopoguerra. Un conflitto che non era nelle sue intenzioni e ancora  meno nei suoi interessi.

Antonio Lettieri

Editor of Insight and President of CISS - Center for International Social Studies (Roma). He was National Secretary of CGIL; Member of ILO Governing Body and Advisor for European policy of Labour Minister. (a.lettieri@insightweb.it)