Il primo Maggio al tempo della pandemia

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Negli Stati Uniti, prima ancora della pandemia, avevamo la maggiore ineguaglianza di ricchezza rispetto agli altri maggiori paesi. Ma l'’ineguaglianza non è soltanto un problema americano. È un tema globale.

Il valore della festa del Primo Maggio è profondo. Significa comprendere che il vero potere si fonda sulla solidarietà e che, se i lavoratori del nostro paese, uniti a quelli di altri paesi, si mettono insieme, nulla ci può fermare nella lotta per un mondo più giusto. È anche il giorno in cui, ancora una volta ci votiamo a contrastare l’incredibile ingordigia delle élites corporative e le miserie che causano.

In questo giorno di maggio è mia intenzione offrire una sintesi di ciò che subiscono i lavoratori del nostro paese e nel mondo intero. E anche dove occorre dirigersi, da oggi.

Negli Stati Uniti, prima ancora della pandemia, avevamo la maggiore ineguaglianza di ricchezza e di introiti rispetto agli altri maggiori paesi.

Mentre le 3 persone più ricche del nostro paese avevano accumulato una ricchezza pari a quella del 50% del popolo meno abbiente, quasi il 20% dei nostri figli vivevano in condizioni di povertà.

Mentre l’1% più privilegiato possedeva una ricchezza superiore al 92% meno privilegiato, più del 50% della forza lavoro disponeva soltanto della paga a fine mese per sopravvivere.

Mentre quasi il 50% dei nuovi guadagni andavano all’1% più abbiente e gli amministratori delle grandi aziende guadagnavano oltre il 300% del lavoratore mediamente retribuito, circa mezza milione di Americani dormivano all’aperto o in coperture di fortuna, ogni singola notte.

Mentre l’87% di americani erano del tutto, o in parte privi di un’assicurazione, l’industria della salute produceva 100 miliardi di dollari di profitti annui.

Ma per essere chiari, quello dell’ineguaglianza non è soltanto un problema americano. È un tema globale.

Lo scorso anno, Oxfam ha reso noto che l’1% possedeva più del doppio della metà più povera dell’umanità . Nello stesso tempo, meta’ della popolazione globale cercava di sopravvivere con 5.50$ al giorno e 820 milioni di persone erano affamate.

È bene aggiungere:  tutto ciò prima che l’orribile pandemia Coronavirus colpisse gli Stati Uniti e il resto del mondo, provocando un drastico impoverimento complessivo dell’economia.

In altre parole, la pandemia ha trasformato la sofferenza esistente della classe lavoratrice in un vero e proprio incubo. Contemporaneamente, i più ricchi, negli Stati Uniti e nel mondo, continuano ad arricchirsi. Nelle scorse sei settimane, mentre soltanto negli Stati Uniti 30 milioni di persone hanno perso il loro posto di lavoro e moltissime piccole imprese hanno fatto bancarotta, Jeff Bezos, proprietario di Amazon e uomo più ricco del mondo, ha incrementato la sua ricchezza di oltre 40$ miliardi.

Mentre i lavoratori di Walmart [catena di supermercati, ndt] guadagnano salari da fame, mettendo a repentaglio la propria vita, i Walton, la famiglia più facoltosa degli Stati Uniti, hanno accresciuto la loro ricchezza di oltre 30$ miliardi – soltanto dal 12 marzo.

I lavoratori di questo paese stanno perdendo i loro posti di lavoro, la tutela della loro salute, sempre più affamati, non sono in grado di pagare gli affitti delle loro case. A livello globale più di mezzo miliardo di persone potrebbero diventare povere.

Le istituzioni degli Stati Uniti e le organizzazioni internazionali non sono in grado di mantenersi, se così poche persone hanno così tanto e così tanti, invece, così poco. Questa crisi ci ha almeno insegnato che siamo nella stessa barca e che dobbiamo creare un mondo che rifletta questa realtà.

La necessità di costruire un’economia e uno Stato al servizio di tutti non è mai stata così lampante. Ora più che mai abbiamo bisogno di uno statuto di diritti economici simile a quelli dichiarati da Franklin D. Roosevelt nel suo discorso sullo stato dell’Unione del 1944.

Cosa significa?

Significa che ogni persona che voglia lavorare negli Stati Uniti ha diritto a un posto di lavoro ben retribuito con tutele adeguate. Non staremmo tutti meglio se vi fosse un programma federale che assicuri un posto di lavoro adeguato a chiunque lo necessiti?

Significa che tutti hanno diritto alla tutela della propria salute come diritto umano attraverso un sistema sanitario gratuito, garantito dallo Stato. Questa crisi ha reso evidente l’assurdità e la crudeltà di un sistema disfunzionale di sanità fondato su un’assicurazione collegata all’impiego. Nessuno dovrebbe perdere la tutela della propria salute perché ha perso il proprio posto di lavoro.

Significa garantire a a tutti un alloggio decente a un costo ragionevole, eliminando i senza-casa. Prima della pandemia 18 milioni di famiglie statunitensi pagavano in affitto oltre la metà dei loro magri salari per la casa. Oggi la situazione è peggiorata. Nessuna persona dovrebbe essere sfrattata perché non riesce a pagare. Nessuno, nel paese più ricco del mondo, dovrebbe essere costretto a dormire per strada.

Significa assicurare a tutti il diritto di pensione con un trattamento economico e di servizi sociali adeguato. Prima della pandemia, metà della nostra popolazione era priva di risorse di trattamento a fine lavoro. Dobbiamo assicurarci che ogni anziano possa ritirarsi in condizioni dignitose e che  nessun portatore di handicap sia privo di adeguato sostegno e cura.

Significa che ognuno negli Stati Uniti abbia diritto a un’educazione completa – dall’asilo all’università. Nessuno deve essere obbligato a rinunciare al proprio lavoro per la preoccupazione di lasciare i propri figli incustoditi, non avendo I mezzi per assicurare la loro cura. Nessun giovane adulto deve essere costretto a indebitarsi pesantemente per permettersi il “lusso” di una laurea.

In questo giorno di maggio 2020, rivolgiamo il nostro sguardo al premio che è a nostra portata. Sì, se restiamo uniti e solidali – neri, bianchi, latini, indiani nativi e asiatici-americani – possiamo costruire una nazione fondata sulla giustizia economica, sociale, razziale e ambientale. Se saremo uniti e solidali potremo smettere di spendere miliardi di dollari per armi di distruzione di massa e creare un mondo in cui tutti possono vivere in pace e dignità.

La lotta continua. In solidarietà,

(Traduzione  di Gian Giacomo Migone)

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