Il non aumento del prezzo del petrolio

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Le gueere nel Medio oriente e la speculazione sui "futures" non hanno provocato un salto nei prezzi del petrolio.Fino a quando?

Di recente, l’intero mondo è vissuto in una situazione in cui sarebbe stato normale un aumento del prezzo del petrolio greggio. Tuttavia, ciò non è successo. Vi sono incertezze di produzione in Libia e in Nigeria, e la guerra civile in Siria si è spostata in Iraq e non è detto che non si allarghi ancora. L’approvvigionamento europeo di gas russo potrebbe essere ridotto o addirittura annullato se il problema ucraino non è avviato a una soluzione. Il problema è degenerato in una specie di confronto fra l’Europa Unita e la Russia in cui la prima cerca di ridurre la posizione della seconda come principale fornitore europeo, una strategia che dovrebbe essere rapidamente abbandonata, se si vuole mantenere un buon rapporto col proprio fornitore.

L’ultimo tragico evento in Ucraina, l’abbattimento di un aereo civile che trasportava passeggeri verso il Nord Europa è un atto di guerra che deve essere punito. Un evento del genere segnala che la situazione è nelle mani di persone non responsabili e indica la necessità che i grandi paesi procedano rapidamente a un ragionevole compromesso prima che la situazione diventi simile a quella del Medio Oriente.

In Europa, la domanda di petrolio non è aumentata per l’alto prezzo della benzina, ma aumenta invece in Cina e nell’Estremo Oriente. Nonostante tutte queste tensioni, negli ultimi anni il prezzo del petrolio è rimasto relativamente stabile.  Ogni tanto, la speculazione sul mercato dei futuri aumenta rapidamente, con la solita procedura di proporre prezzi alti per le transazioni future, che è il modo di far aumentare il prezzo. Fino ad ora, le operazioni di questo tipo non hanno avuto successo.

Le guerre nel Medio Oriente e questi tentativi sul mercato non sono stati sufficienti. Forse, il grande produttore del Medio Oriente, l’Arabia Saudita, ha considerato che la situazione politica era già tanto agitata, per non agitarla ancor di più con un aumento del prezzo del greggio. Al prezzo attuale i Sauditi sono soddisfatti, e il loro modo di fare è di non cambiare le cose se non per una ragione importante. 

La domanda aumenta in Asia, e non vi è ragione di aumentare il prezzo in Europa dove la domanda cala. L’Arabia Saudita non è più il grande alleato degli Stati Uniti, tanto che da lasciare che la guerra passasse dalla Siria all’Iraq senza mai considerare un aumento di prezzo. Essi non credono in una grande esportazione di olio e di gas dagli Stati Uniti, dato che sono bene informati delle cose americane.  La vecchia legge che proibisce le esportazioni di petrolio è valida e applicabile.

I Sauditi non hanno giocato per un aumento del prezzo del petrolio e gli americani forse non si sono completamente convinti che una loro esportazione farebbe scendere il prezzo del greggio. L’altro grande produttore, la Russia, sarebbe stato ben contento di un aumento di prezzo, che avrebbe aumentato le entrate senza aumentare la produzione . cosa che non sarebbe facilissima nella situazione attuale della Russia. Ma l’aumento non è avvenuto, e la Russia non è in grado di agire autonomamente.

I paesi europei sarebbero stati quelli maggiormente colpiti, data la declinante produzione di olio e gas nel continente, ed anche la lenta riduzione della domanda di prodotti petroliferi, e in particolare di benzina e gasolio. Un aumento del prezzo avrebbe accresciuto la difficoltà di molti paesi europei che tentano di ridurre i loro debiti, in una situazione di grave deflazione, dettata dall’organizzazione dell’Europa Unita.  I paesi europei sono sempre meno simili fra loro. Le differenze sono ormai profonde: la Germania ha un surplus maggiore di quello degli Stati Uniti o della Cina, e non sarebbe certamente preoccupata da un aumento del prezzo del grezzo, mentre lo sarebbero tutti gli altri Fino ad ora il prezzo del petrolio è rimasto fermo. Per quanto tempo ancora?

Marcello Colitti

Economist. He was President of Enichem. His last book is "Etica e politica di Baruch Spinoza". Member of the Editorial Board of Insight