Il mio paese preso in ostaggio
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Gaddafi ha costruito un regime criminale e tirranico basato sul principio del "divide et impera". Il mondo conosce benissimo gli arerei e gli altri mezzi di trasportoche vengono dirottati e presi in ostaggio. Ciò che è meno comune è che venga preso n ostaggio un intero paese . In effetti, la Libia e la sua popolazione sono state prese in ostaggio 42 anni fa. I dirottatori eranodei giovani ufficiali dell’esercito nazionale. Essi promisero agli ostaggiuna vita libera e prospera sotto il loro regime rivoluzionario .Le loro promessefurono largamente accolte dai libici, che erano molto preoccupati per la sopravvivenza della monarchia , data l’incertezza su chi sarebbe succeduto al vecchio Re Idris. Ci vollero soltanto pochi anni,perché il loro leader, MoamarGaddafi consolidasse il suo controllo sulle risorse e sulla libertà della gente prima che essa si accorgesse di esser stata trasformata in un ostaggio nel loro stesso paese. La rivolta libica cominciò pacificamentee su piccola scala a Bengasi . All’inizio,essa comprendeva principalmente i membri delle famiglie delle vittime della prigione di Abu Salim, che erano stati massacrati nel 1996. Essi chiedevanodi liberare gli avvocati che stavano investigando su questo grande crimine contro l’umanità. Evidentemente,i tempi erano maturi perché una protesta limitata raccogliesse un supporto di massa, che fu trattato con la solita violenza e con la repressione. Ciò che in questo periodo era diverso,era la determinazione di chi protestava di continuare la loro lotta per la libertà e la liberazione del paese a qualunque costo. La rivolta pacificasi allargò da Bengasi ad altre città e paesi dell’oriente e dell’occidente del paese. I dimostranti cantavanopacificamente e dichiaravano di non volere alcun intervento straniero. Ma tutto ciò non indusse il regime dei dirottatoria non usare la forza bruta per porre fine ad un movimento di massa che s’allargò a tutto il paese. Ciò continuò per più di un meseprima che l’intervento internazionale del 19 Marzo salvasse Bengasi e la sua popolazione dalla totale distruzione che Gaddafi aveva promesso di realizzare . Da quel momento in poi,il supporto internazionale cominciò ad operare per la continuazione di ciò che era diventata una vera rivoluzione popolare per rovesciare il brutale governo di MoamarGaddafi , la sua famiglia ed i suoi sostenitori , i quali si erano abituati a considerare la Libia come un loro proprietà privata ed il suo popolo come dei loro schiavi. Tutto ciò veniva fatto sotto la finzione della democrazia popolare. Il Governo Italianoha cambiato la sua politica da pro ad anti Gaddafi dopo che la rivolta popolare aveva consolidato la sua espansione territoriale nella parte orientale della Libia , ed era riuscita ad estendersi a Misurata e Zentan nella zona occidentale del paese. Prima di ciò, le sue relazioni con la Libiaerano stata profittevoli, ma né normali né sostenibili. Gaddafi conduceva la sua politica esteracon l’obiettivo della sua glorificazione personale a spese del paese. La stranezza della relazione che si stabilì fra l’attuale primo ministro Italianoe Gaddafi era evidente in ambedue i paesi . Io ancora non conoscoil segreto dietro questa relazione. Io ancora ricordo come un mio buon amico italianoriassumeva la sua impressione sui rapporti fra l’Italia e la Libia di Gaddafi. Circa dieci anni fa “Guarda , Ali, mi disse , a noi dispiace per il popolo libico che noi non abbiamo mai avuto una buona relazione con il tuo paese.” Lui si riferiva a dei ricchi affari per la industria del petrolio e del gas ed anche agli scambi commerciali ed agli investimenti in Italia. I Libici vedevano ( con dispiacere e con rabbia repressa) la quotidiana processione da tutti i continenti alla tenda di Gaddafi per cercare buoni affari o favori personali. Era come se gli ostaggiguardassero quelli che avrebbero dovuto liberarli che invece venivano a offrire il loro rispetto ed a fare affari con il Capo Dirottatore. Per me,era molto stressante vedere come Gaddafi usava i soldi del petrolio per attrarre i responsabili mondiale alla sua tenda ed anche per umiliarli. E’ chiaro che la tirannia di Gaddafinon avrebbe potuto durare fino ad ora senza l’uso della ricchezza del paese per comperare la sua propria sicurezza. L’Italiadeve oggi cercare di ristabilire delle sane relazioni con la Libia del dopo Gaddafi , basate sul comune interesse dei due paesi. Per ragioni storiche edi carattere pratico, l’Italia e la Libia hanno già una ampia area di interessi comuni sulla quale essi possono lavorare come partners a beneficio di ambedue i paesi. Tutto ciò che si chiede all’Italiaè il peno rispetto della sovranità e dell’indipendenza della Libia e di usare il suo vantaggio geografico per stabilire in competizione con altri un ruolo effettivo nella ricostruzione della Libia. La sua recente politica anti Gaddafie’ un credito per le future relazioni con il popolo libico. Spetta ai libici ed ai loro leaders di accordarsi sul sistema politico , ma essi avranno bisogno di supporto e consiglio tecnico e politico, come richiesto . Nessun paesedovrebbe spingere la sua propria visione sugli orgogliosi libici. Gaddafi costruì il suocriminale e tirannico regime sulla base del vecchio gioco “ divide ed impera”. Egli consolidò il suo controllo sulla popolazionegiocando le tribù, le città e le regioni l’una contro l’altra . Tuttavia,per fortuna , mi aspetto che l’alto costo umano e materiale della relativamente lunga rivoluzione libica abbia creato un senso di unità nazionale fra il popolo, e specialmente fra i giovani. Soltanto il tempo potrà dire dove tutto ciò ci porterà, ma io sono ottimista. Un vero processo democratico di governofarà rapidamente diminuire i temi di divisione e di rivalità tribale. Nuovi gruppi di pressione e partiti politici saranno creati sulla base di programmi regionali e nazionali , con un sistema elettorale a diversi livelli. Ciò potrebbe ridurre , ma non eliminare le politiche tribali. Giusto adesso, ciò di cui la Libiaha maggior bisogno , è la sicurezza e la stabilizzazione come requisito per creare un nuovo paese e per rimpiazzare l’eredità di Gaddafi fatta di tirannia, di caos . di corruzione e di brutale dittatura sotto il nome di “Grande Jamahiria Sociale del Popolo Libico”.I libici hanno deciso di por fine al mito pateticoche caratterizzò il regime di Gaddafi fin dall’inizio. Per me , personalmente, il regime di Gaddafi ha distrutto i miei promettenti sforzi e sogni per un pacifico sviluppo delle risorse umani e naturali della Libia. Come Ministro dell’Economia e della Pianificazione Sociale durante il regno del Re Idris, io feci la supervisione della realizzazione del primo piano quinquennale e la preparazione del secondo piano per il periodo 1969-1974. I regime di Gaddafi abbandonò il piano , e continuò nel suo modo caotico di distruggere le risorse umane e naturali del paese. Io entrai quindinel settore privato e fui il fondatore e Chairman della LibyanInvestment Company, e General Manager della piu’ grande Compagnia di Assicurazione in Libia , e Chairman della Libyan Hotel and Turism Company per più di tre anni fino a che queste non vennero nazionalizzate. Inoltre, il regime di Gaddafirequisì tutte le proprietà private dei Libici, incluse le mie . Ali A. Attiga
Ali A. Attiga is a former Minister of Economic and Social Planning under King Idriss’s reign. |