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Il gas naturale costa meno ed è meno inquinante, e continuerà a essere dominante fino a quando le fonti rinnovabili non diverranno più competitive.
La catastrofe nucleare giapponese avrà probabilmente una serie di conseguenze importanti. E’ possibile che essa abbia definito per sempre il destino dell’energia nucleare. L’Europa, ad eccezione della Francia, sta movendosi lungo questa strada , anche se alcuni paesi vorranno completare gli impianti che stanno costruendo ormai da parecchio tempo.
Tuttavia, alcuni paesi , ad esempio la Cina, potranno continuare a costruire centrali nucleari , dato che stanno cercando di definire un sistema energetico composto da tutte le fonti disponibili, compresi petrolio , gas e carbone , ambedue in parte importate, e le fonti rinnovabili. Gli esperti nucleari potrebbero anche imparare dagli incidenti, e proporre , ad esempio , di costruire delle centrali più piccole, dato che le grandi dimensioni ormai raggiunte dalle centrali nucleari per ottenere il massimo delle economie di scala sono forse una delle ragioni delle difficoltà di gestire quegli impianti .
La terza via potrebbe essere l’ideale, ma la nostra esperienza non comprende purtroppo una gran quantità di soluzioni ideali. L’energia nucleare esiste ormai da più di mezzo secolo, e gli esperti tendono a non rispondere alle domande che provengono da fuori dei loro circoli. Possiamo considerare come acquisito un atteggiamento largamente negativo verso i progetti nucleari in Europa? Chi prenderà il suo posto? La risposta è che il gas naturale sarà la fonte energetica che ci darà il tempo necessario per far maturare le fonti rinnovabili sul piano industriale ed economico. Il petrolio costa ormai molto caro.
In circa sessant’anni è aumentato di circa cento volte , ed ha una forte tendenza ad aumentare ancora . I prodotti petroliferi si usano oggi esclusivamente per il trasporto: su strada con la benzina ed il gasolio, per mare con l’olio combustibile ed il gasolio, nell’aria con il kerosene e il Jet fuel. Su strada esiste già una quantità di additivi ai prodotti petroliferi, come l’etanolo, un alcool che si ottiene dalla canna da zucchero e da altri vegetali, che però compete con la produzione agricola a scopo alimentare , e peggiora ulteriormente la situazione della produzione di cibo . La quantità di olio combustibile usato per la combustione è fortemente diminuito in Europa e negli Stati Uniti , anche se questi ultimi praticano ancora il risaldamento domestico a gasolio.
Il gas naturale prenderà il sopravvento , poiché è meno caro, inquina di meno, ed emette meno anidride carbonica. La domanda di petrolio continuerà a venire dalle automobili e dagli autocarri in Europa e negli USA , mentre paesi come la Cina o l’India cercheranno probabilmente di ottenere dei mix energetici più complessi in cui il petrolio continuerà a giocare un ruolo importante. Le riserve petrolifere note e quelle che si spera di trovare nel prossimo decennio permetteranno probabilmente agli Americani ,e forse anche agli Europei , di continuare il loro stile di vita basato sulle autostrade , sullo spostamento con l’automobile e per il trasporto pesante con gli autocarri.
Tuttavia, questo stile di vita sta diventando più costoso, e meno gradevole. Il petrolio a cento dollari al barile, o anche di più, potrebbe non permettere la continuazione di questo stile di vita e la pressione per un maggior trasporto pubblico su rotaia aumenterà gradatamente , essendo meno costoso, e meno stancante dell’automobile o dell’autobus. Il gas produrrà l’elettricità, scalderà le case e sarà anche il combustibile industriale :dobbiamo quindi chiederci da dove potrà venire. L’Europa ha quasi completamente esaurito le sue riserve di gas , prima quelle trovate in Italia, e poi quelle, ben più grandi, del Mare del Nord, e tutte le aree indiziate sono state ormai sfruttate .Tuttavia, il gas non è più una fonte “locale” come era nei suoi primi anni. L’Europa e gli Stati Uniti hanno grandi reti di pipelines per il gas , e le navi refrigerate muovono dalle aree produttive al mercato.
L’Europa è particolarmente ben collegata con il Nord, la Russia, e con il Sud , il Nord Africa, mentre le compagnie americane hanno messo a punto una tecnologia che permette di ottenere gas anche da formazioni diverse da quelle tradizionali, provocando un forte aumento della produzione interna. La Russia è il maggior fornitore dell’Europa e questo potrebbe essere un problema, dato l’atteggiamento negativo americano verso la “dipendenza” dell’Europa dalla Russia , allo stesso modo come gli americani non amavano gli acquisti europei di olio russo, poichè temevano che avrebbero lasciato gli Europei in balia dei russi.
Oggi , dato che ciò non è certo probabile , si parla di “controllo” del mercato, come se i Russi avessero interesse di portare l’Europa alla miseria, uccidendo il loro miglior cliente. Non sembra proprio possibile. Il problema creato qualche anno dalla diatriba russo-ucraina sta venendo rapidamente risolto dato che i russi stanno completando l’oleodotto sotto il Baltico per rifornire direttamente la Germania . Il rapporto che corre fra la Russia e l’Europa è quello di un continuo geografico di paesi non separati da alcun confine naturale. Da un lato un produttore ed esportatore di energia e di materie prime , e dall’altro un gruppo di paesi che importano questi e che esportano macchine e prodotti industriali che il primo importa. C’è quindi il miglior rapporto commerciale possibile. Se il venditore di gas non lo vende , non avrà di che comperare i prodotti industriali di cui ha bisogno, e viceversa. Non c’è nessun potere dominante , ma soltanto bisogno di una reciproca fiducia commerciale.
Naturalmente, il gas potrà essere dominante solo fino a che rimarrà meno caro delle sue concorrenti , le fonti rinnovabili, che saranno presto competitive. Primo perché il petrolio continua ad aumentare. Secondo, perché gli incentivi pubblici stanno già riducendo i costi, e muovendo l’intero settore a scala industriale. Naturalmente, una produzione di elettricità con una forte presenza di rinnovabili richiederà non solo la riorganizzazione dell’intera industria elettrica, ma anche un profondo mutamento del sistema di utilizzo, data la variabilità della produzione.
Ciò vuol dire che la rete elettrica, ed anche il sistema di consumo di ogni singolo utilizzatore dovranno cambiare attraverso soluzioni “intelligenti” capaci di ottimizzare produzione e consumo. Il gas non è scarso, e le sue riserve dureranno ben aldi là del momento in cui le rinnovabili avranno il sopravvento. E il petrolio non scomparirà, anzi, il successo del gas prolungherà la sua vita, fino a che troveremo un modo migliore, individuale o collettivo, di muoverci senza bruciare petrolio.