Draghi e il sovranismo europeo di Macron
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L'allarme della BCE e il rilancio dell'asse franco-tedesco di Macron Le ultime decisioni della BCE sono interessanti per vari motivi, non ultimo il fatto che, come ha sottolineato Draghi, sono state prese all’unanimità. Innanzitutto la Banca Centrale ha stabilito che i tassi d’interesse rimarranno invariati per tutto l’anno in corso e anche oltre “finché sarà necessario per assicurare che l’inflazione continui stabilmente a convergere su livelli inferiori ma prossimi al 2% nel medio termine”. Le prossime elezioni europee, e l’insediamento del nuovo Parlamento e delle nuova Commissione, si svolgeranno in un clima economico depresso, che, almeno per l’Italia, significa stagnazione se non recessione. Lettieri...)....iCon quali prospettive? Per il momento solo Macron ha formulato, nella sua lettera aperta agli europei, una serie di indicazioni di qualche interesse, che potrebbero essere definite di “sovranismo europeo”. Il presidente francese parte dalla considerazione, non certo nuova, che di fronte a corazzate come gli USA e la Cina nessun nave europea isolata può avere possibilità di confrontarsi alla pari. Pertanto i paesi europei devono restare uniti ed essere in grado di proteggersi. Lo stesso tipo di discorso vale anche per quanto riguarda i rapporti economici con gli altri paesi. “Le nostre frontiere devono anche assicurare una giusta concorrenza. Quale potenza al mondo accetta di proseguire i suoi scambi con coloro che non accettano alcuna delle sue regole? Noi non possiamo subire senza dire nulla. Dobbiamo riformare la nostra politica della concorrenza, riformare la nostra politica commerciale: sanzionare o interdire in Europa le imprese che attentano ai nostri interessi strategici e ai nostri valori essenziali, come le norme ambientali, la protezione dei dati e il giusto pagamento dell’imposta e adottare, nelle industrie strategiche e nei mercati pubblici, una preferenza europea come fanno i nostri concorrenti americani e cinesi”. Il tema era già stato accennato durante la campagna elettorale di Macron e nelle linee generali del governo francese; di nuovo c’è la proposta di cambiare le norme antitrust (che sono norme inserite nei trattati europei). L’aggiunta è dovuta alla decisione della Commissaria Vestager di bloccare la fusione Siemens-Alstrom, decisione approvata da tutta la Commissione europea perché senza ombra di dubbio avrebbe creato una posizione dominante nel mercato europeo.E’ stato notato che il governo francese aveva, poco tempo prima, richiesto un parere alla stessa Vestager sulla fusione tra l’italiana Fincantieri e la Stx (adesso Chantiers de l’Atlantique), dopo che il governo francese aveva posto vari ostacoli alla fusione. Si potrebbe spiegare questa decisione con le tensioni politiche tra i due governi. Il recente Trattato di Aachen sembra proprio il primo passo in questa direzione. Non è affatto detto che il progetto del presidente francese abbia un seguito. Proprio sui temi del commercio e della concorrenza ha già ricevuto critiche da parte dei giornali francesi e tedeschi vicini al mondo imprenditoriale. Nel sistema istituzionale europeo la maggior parte delle modifiche richiedono l’accordo di tutti i governi, ed il clima politico non sembra molto propizio per il tipo di “sovranismo europeo” propugnato da Macron. Ruggero Paladini
Economist - Professor of "Scienza delle Finanze" at University "La Sapienza" Roma; Member of the Economic Board of Insight - ruggero.paladini@uniroma1.it Insight - Free thinking for global social progress
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