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Il rischio di un micidiale mix di inflazione derivante dalle materie prime, scarsa crescita, disoccupazione e declino della domanda di beni e servizi. L'economia occidentale non è cambiata dopo la crisi.
L’economia europea sta muovendosi molto lentamente, o forse è proprio ferma, sotto la minaccia di una attacco finanziario ai i paesi piú deboli. La disoccupazione è ancora alta , in Europa e negli USA, e probabilmente sta aumentando in Europa, date le riduzioni della spesa pubblica e , di conseguenza, la stagnazione della domanda . Le industrie americane, che sono competitive in Europa, dato il basso livello del dollaro rispetto all’Euro , sembrano concentrare le loro speranze di sopravvivenza nella riduzione della forza lavoro , il cui costo non arriva di solito al dieci per cento del costo totale. Sembra proprio che vi sia una tacita “Congiura per non assumere” di cui fanno parte tutte le imprese.
Tuttavia, la stagnazione dell’economia dell’Occidente non impedisce l’aumento della domanda mondiale di materie prime e di fonti energetiche , spinto dallo sviluppo della Cina, dell’India e di altri paesi Orientali. Alcuni minerali rari usati in elettronica sono giá scarsi . La domanda di petrolio, la materia prima prodotta nella maggior quantitá , sta aumentando sotto la stessa pressione, nonostante la quasi stagnazione della domanda petrolifera in Europa e in Giappone. I paesi produttori dell’OPEC lanciano delle proposte di prezzo che qualche anno fa erano state considerate letali per l’economia mondiale. Essi cercano di evitare un nuovo improvviso balzo dei prezzi , ma dicono di considerare con favore un aumento , forse fino a 100 dollari al barile, che considererebbero non pericoloso per l’economia mondiale.
Non c’e’ oggi scarsitá di petrolio sul mercato, ed i paesi OPEC possono probabilmente aumentare la produzione ; naturalmente , essi preferirebbero aumentare i prezzi , il che darebbe loro le stesse entrate mantenendo nello stesso tempo del petrolio sottoterra per il futuro. Tuttavia, essi sembrano ancora incerti, perché temono la concorrenza di altre fonti di energia, come le rinnovabili o il nucleare e, soprattutto, temono un crollo della domanda, qualcosa che è già avvenuto in passato, ed ha allora ridotto seriamente le loro disponibilità finanziarie .
Gli altri grandi attori di questo mercato, le compagnie petrolifere, dicono di accettare semplicemente i prezzi del mercato: cioe’ esse dicono di vendere e comprare petrolio sul mercato dei futuri non per influenzare il prezzo, ma per riassicurarsi contro degli andamenti negativi . I produttori di petrolio non sono coloro che fissano il prezzo, il quale viene dettato minuto per minuto dal mercato dei futuri, che segue i cambiamenti dell’equilibrio fra domanda e offerta di petrolio, ma sente ben piu’ forte le oscillazioni del volume di capitale che entra nel mercato in cerca di profitto. Poiché il tasso d’interesse rimane molto basso, chiunque può avere i mezzi per giocare alla speculazione in questi mercati : e le grandi banche non si lasciano scappare l’occasione. Avremo quindi un aumento del flusso di denaro che cerca di ottenere altro denaro sul mercato dei futuri , e specialmente su quello del petrolio.
Che succede se di conseguenza il prezzo del greggio aumenta , e spinge al rialzo le altre materie prime , ed il mercato dei futuri crea una punta speculativa e, di nuovo, un altro shock? Avremmo allo stesso tempo una inflazione da materie prime , una produzione stagnante , ed una bassa domanda di beni e servizi : un miscuglio davvero velenoso. Il fatto e’ che l’economia dell’Occidente non é affatto cambiata dopo l’ultimo crollo .
Le banche continuano a fare quello che facevano, e ad aumentare i loro profitti , l’unica differenza essendo che il mercato edilizio non riprende , e la speculazione deve cercare altre strade. Le condizioni di un disastro sono tutte presenti: denaro facile, pompato dal Governo Americano nel suo disperato tentativo di far riprendere l’economia; una pressione sui prezzi delle materie prime e delle fonti di energia che viene dall’Est; dei produttori di petrolio che sarebbero ben contenti di veder salire il loro prezzo, e di poter accusare la speculazione invece delle loro decisioni; un mercato dei futuri che e’ diventato il luogo più attraente per chi voglia giocare con del denaro ottenuto quasi gratis.
E’ possibile evitare tutto questo? Forse sì. Ma richiederebbe una diversa strategia da parte delle imprese industriali , e l’adozione di almeno una parte di quelle proposte per ridurre l’influenza dei mercati speculativi , che erano state avanzate dopo il grande crash , e che sono gradualmente scomparse nella generale atmosfera di profitti facili delle grandi banche.